La musica del futuro

Björk negli anni novanta cantava che le cose moderne sono sempre esistite, aspettavano dietro la montagna il momento giusto per arrivare tra noi.
Forse è un po’ semplificato ma è innegabile che le novità (e la modernità) arrivino spesso con repentina velocità.

Ma come dice il famoso proverbio -“Se la montagna non va a Maometto, Maometto va alla montagna”- a volte le cose moderne tardano ad arrivare e bisogna andare a prendersele.
Imogen Heap, la famosa cantante inglese, ha scalato la montagna della tecnologia e ha portato a valle quello che sembra essere l’idea di “musica del futuro”.

Infatti negli ultimi quattro anni la cantante ha collaborato ad un progetto in compagnia di informatici, ingegneri e tecnici del suono per produrre i MiMu, un paio di guanti che sono in grado di “suonare”.
Non chiedetemi di spiegarvi il funzionamento tecnico di questi “guanti”, ma vi basti sapere che sono senza fili e che grazie a particolari sensori wireless, riescono a tradurre i movimenti delle mani in suoni.

Non chiedetemi di più.
Ho anche provato a leggere la relazione degli ingegneri che hanno lavorato al progetto.
Ma si sa, gli ingegneri sono sempre troppo onesti quando parlano di tecnologia.
Per questo motivo, è una buona idea tenerli lontani dal resto della gente.

Vale la pena farsi un idea più precisa guardando lei, Imogen Heap, in azione.
Ed è così che sarà evidente come, al di la degli aspetti tecnici, i MiMu siano interessanti proprio perchè rappresentano il cunnubio tra macchina e natura, tra organico e meccanico.

È difficile che la scienza e la tecnologia, nelle loro linee generali, superino la fantascienza.
Ma in questo caso a mio avviso forse ci siamo davvero riusciti.
Certo, va detto che io non sono uno particolarmente tecnologico.
Ogni tecnologia sufficientemente avanzata, per me, è quasi indistinguibile dalla magia.

Qualcuno un giorno ha detto: “Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni.”
E Imogen Heap ha cominciato da giovanissima a capire che doveva aggrapparsi ai propri sogni.
È stata una teen ager un tantino complessata e ricordando quel periodo dice: “Ero davvero troppo alta per la mia età e il mio modo di vestire non seguiva nessuna logica”.
Così preferisce stare nell’intimità della sua cameretta dove studia, da autodidatta, come produrre e alterare i suoni con computer.

E la sua “idea” di musica cresce col tempo.
Idea: l’elemento più immediato per collegare due menti, come l’amore per due corpi.
E infatti è solo con la collaborazione degli altri tecnici siamo arrivati alla versione definitiva e concreta della sua idea.
È grazie al mescolarsi di influenze, idee e conclusioni di origini diverse e alla mediazione meravigliosa della mente umana che siamo arrivati a questi MiMu.

Quindi volevo ringraziare Imogen Heap perchè ha sfatato la pessimistica profezia “non c’è niente di nuovo sotto il sole” semplicemente facendoci capire che, volendo, c’è un sole nuovo ogni giorno.

Matteo Lion

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  • Date: 24 04 2014
  • Filed under: Matteo Lion, Suoni