L’autunno è una stagione di buoni consigli

Esce in free download sul sito di Novaradio Città Futura la compilation d’autunno di David Drago, conduttore de L’Ora del Dragone, programma dedicato alla musica italiana soprattutto indipendente.
Dodici brani a far da colonna sonora ad un autunno tricolore, con la copertina realizzata da Stefano Orfeo Montagnana.
Ho voluto fare qualche domanda a David.

Una delle canzoni italiane più famose al mondo è “tu vuo fa l’americano”, è stata quasi una maledizione per la musica italiana.
Molti artisti italiani sembra facciano di tutto per “nascondere” le proprie radici musicali quasi che, per essere sdoganati, si debba “suonare straniero”.
Nelle tue compilation hai sempre dato spazio a chi non ha paura di far emergere il background culturale del territorio da dove arriva, penso da esempio agli Esterina.
Credi che la musica italiana possa ancora avere delle caratteristiche che la rendano unica e riconoscibile nel mondo?
Io credo che i tempi di ‘tu vuo’ fà l’americano’ siano ormai lontani, e che la musica abbia superato i labili confini che per molti anni si è ostinata a mantenere.
L’inglese è la lingua universale anche e soprattutto nella musica, quindi non vedo perché se possono cantare in inglese e avere successo in molti paesi gli islandesi, gli svedesi o i tedeschi, non possano farlo anche gli italiani.
Certamente, si deve avere una pronuncia decente, e soprattutto una ricchezza di proposta musicale che rielabori le tradizioni con un contributo di originalità.
Ci sono molte band italiane, emergenti o meno, che fanno bellissima musica in inglese e meriterebbero di scalare classifiche internazionali: penso ai bolognesi Ofeliadorme ad esempio, o a Johann Sebastian Punk, o a Let Lovin che ha appena esordito con un magnifico album, “Songs for Takeda“.
Detto questo, la musica italiana – nel senso di cantata in italiano – mantiene le caratteristiche che l’hanno resa unica e riconoscibile soltanto se dalla tradizione melodica italiana si affranca, aggiungendovi molto di più, ovvero la commistione con nuove tradizioni, con le molteplici influenze delle nuove sonorità – come hanno fatto Nada e i magnifici Verdena, o anche i Baustelle, o gli Esterina che hai citato.
Altrimenti il cantato in italiano diventa un clone, una copia, un dejavù che sa di stantìo, complici la tv e le radio più commerciali che vogliono solo quel che somiglia al vecchio, e non quel che lo rielabora.
Franco Battiato è riuscito a rinnovare davvero la musica cantata in italiano, e a lui sono debitori – in modi diversi – tutti i nuovi cantautori che riescono a fare lo stesso: da Giuliano Dottori a Nicolò Carnesi, dai Kaufman a Massaroni Pianoforti.
Questa è la nuova musica italiana.

Ormai da anni ci regali una compilation per ogni stagione. È solo un pretesto o davvero credi che, come la frutta e la verdura, ci sia una “musica di stagione”?
È solo un pretesto.
Quattro compilation l’anno non sono impegnative e mi permettono di mostrare, che è poi lo scopo delle drago-compilation, un ritratto delle proposte che ritengo migliori, uscite o in uscita nella stagione di riferimento, tra novità e anteprime, in modo da far conoscere e scaricare gratis e legalmente alcuni artisti che ritengo molto bravi.
La novità di quest’ultima, la Dragonfall 2014, è che contiene anche alcuni brani registrati dal vivo durante gli showcase degli artisti negli studi di Novaradio, durante la mia trasmissione dedicata alla musica italiana

Fai una trasmissione in radio (sia FM che streaming) e metti in free download le tue compilation. In quale di queste modalità hai l’impressione di arrivare meglio al pubblico?
Guarda, non saprei. Spero in ambedue i modi.
Novaradio Città Futura, che è una radio molto bella con forte vocazione sociale e attenta alle novità e alle avanguardie della musica non solo italiana, è assai radicata sul territorio toscano, ma in streaming e in podcast la si ascolta ovunque.
Le compilation uno se le scarica e le può sentire quando vuole.
Quel che di certo mi fa immenso piacere è che “L’Ora del Dragone”, il martedì e il venerdì alle 17, è diventata un piccolo punto di riferimento per chi vuole ampliare i propri orizzonti musicali…

Hai la fortuna che tutti gli artisti italiani passano dal tuo studio raccontandoti chi sono e come sono nati i loro dischi. Ma non dev’essere ugualmente facile per ogni compilation scegliere i pezzi della track list. Come operi la scelta? Pensi ad un pubblico preciso di ascoltatori o parti dai pezzi?
Parto sempre dai pezzi. E ovviamente dal mio gusto personale, è inevitabile.
Sono pezzi di artisti che sono passati o passeranno dagli studi della radio, per live set o interviste telefoniche, ma soprattutto sono brani di dischi in uscita o freschi di stampa, che mi hanno pienamente convinto e che in radio passo indipendentemente dalle compilation.
La cosa più difficile, casomai, è scegliere la successione dei pezzi: non è mai a caso, l’ascolto deve essere armonico.

Se fossi uno dei giudici di X-factor al posto di Morgan o Mika, cosa cambierebbe?
Di sicuro che guadagnerei parecchi soldi!
Mi piacerebbe che i cosiddetti talent, invece di fare eseguire cover di artisti famosi, si basassero molto di più sulle composizioni originali degli artisti che ci vanno. Di cover ne farei eseguire una, magari invitando l’artista famoso ad accompagnarli per fare ‘audience’.
E poi, una volta uscito fuori il vincitore, il premio sarebbe quello di pubblicare il suo disco, non di farglielo scrivere da autori più che mediocri come accade adesso. In questo modo, dai talent non esce nulla di originale.
Probabilmente, se fossi giudice al posto di Morgan o Mika, mi licenzierebbero.

Matteo Lion

  • Date: 07 10 2014
  • Filed under: Matteo Lion, Suoni