L’onestà innanzi tutto

Sinead O’Connor non è nuova a provocazioni e prese di posizione radicali.

Qualche giorno fa in un post su Facebook ha annunciato che non canterà più la celebre cover “Nothing compares to you“.

Nel messaggio l’artista ha cercato di spiegare che non può più cantare una canzone con cui non riesce più a identificarsi emotivamente.
Dice inoltre: “Se dovessi cantare solo per compiacere il pubblico, non farei bene il mio lavoro. Il mio lavoro è l’onestà”.
Parole impegnative, soprattutto nel music business.

In un mondo artificiale fatto di fotoritocchi, truccatori e interviste pre-concordate fa effetto sentire parlare di “onestà”.
Chissà cosa successo nella travagliata vita di Sinead per arrivare a una decisione così drastica?
Perché si sa che l’onestà, come tante altre virtù, dipende dalle circostanze.

E forse oggi la parola onestà ha perso valore proprio perché se ne parla troppo, soprattutto nei comportamenti pubblici: si invocano politici onesti, amministratori onesti etc.
E quando qualcuno invece cerca di “essere” onesto, allora parte subito la diffidenza.
Soprattutto quando essere onesti vuol dire dare un calcio a una super-hit che probabilmente altri artisti venderebbero l’anima al diavolo per poter cantare.

Sinead lo sa che il pubblico ama quella canzone.
E infatti dice: “Il pubblico aspetta quella canzone e posso capire la frustrazione di non sentirla. Ma è per questo che lo dico, almeno saranno consapevoli che “Nothing compares to you” non ci sarà.”

Questo è quello che si dice giocare a carte scoperte e avere un rapporto con il pubblico.
L’onestà fa di chi la possiede un uomo con dei limiti. I limiti della sua coscienza.
E probabilmente qualche biglietto in meno venduto per i prossimi concerti.

Ma i grandi artisti sono così. Prendere o lasciare.
Quando i Queen registrarono il video di «I want to break free» travestiti da donna, Mtv Usa censurò il video per sette anni.
Mercury per ripicca decise che non avrebbe mai più cantato in America.

Certo, c’è da dire che Sinead – oltre ad essere onesta – è anche imprevedibile.
E non mi stupirei se tra qualche mese rimettesse la canone nelle scalette dei suoi show giustificandosi dicendo: “Non ho fatto altro che un “onesto” errore a non cantarla più”.

Ma intanto godiamoci questo momento, perché come cantava Billy Joel: “onestà é una parola così solitaria”.

Matteo Lion

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  • Date: 17 03 2015
  • Filed under: Matteo Lion, Suoni