Cercando parole si trovano pensieri

Da sempre preferisco i testi criptici a quelli didascalici.
Da sempre amo le canzoni per quello che evocano e non per quello che raccontano.
Le canzoni devono parlare al mio orecchio ‘interiore’, prima che a quello fisico.
Se una canzone deve raccontarmi che la giovane Marianne è morta a 15 anni di overdose, preferisco mi venga detto con le parole sensate del verso di Tori Amos “è stata la ragazza più veloce sulla padella che frigge”.
Non mi interessa il chi, il come e il quando. Mi piace che quelle parole non raccontino fatti, ma che mi diano suggestioni.
Mi piace che ci sia sempre un significato ‘criptico’ od ‘oscuro’. Mi piace che ci sia sempre qualcosa di nascosto o sottointeso.

L’altra sera a Bologna, ho visto il concerto acustico della band toscana Esterina e devo dire che, a mio avviso, propongono i migliori testi italiani di questo tipo.
Gli Esterina hanno presentato il loro ultimo album, “Come Satura”, uscito lo scorso anno e che mi sento vivamente di consigliare.
Già il titolo del disco è ambiguo, come piace a me. Quel “come” lascia aperte un sacco di possibilità. Il come sottintende una comparazione. Essere ‘come’ non vuole dire essere ‘davvero’.
E chi lo sa se quel ‘Satura’ si riferisce all’omonima opera di Eugenio Montale? Ma potrebbe anche essere plausibile visto che entrambi i lavori propongono, a modo loro, una poesia legata alle occasioni quotidiane, alla cronaca, indagata con un’ironia avversa alle “false mitologie” di massa.
Tutto il disco è caratterizzato da questa estrema ricerca sulla parola. Sia che si affrontino temi personali o si canti dell’eccidio nazista di Sant’Anna di Stazzema, i testi sono sempre dei labirinti dove ogni parola si presta a moltissimi significati e sta all’ascoltatore quali codificare.
Ci si può fermare alla superficie e vedere l’ovvio, oppure cercare dei significati più reconditi. Questa magia viene amplificata grazie all’uso di parole o espressioni dialettali. Questi brani scarni, oscuri, di ostica, impenetrabile bellezza sono lontani anni luce dalle canzoncine easy listening da reality show. Ma sono parallelamente lontani anche dai circuiti cool delle band e dei festival alternativi o dalle programmazioni delle radio FM.
Il tutto è cantato da una delle voci più ‘imperfettamente’ evocative che mi sia capitato di sentire, quella del front man Fabio Angeli.
Una personalità vocale, ruvida e nasale, che non si risparmia in improvvisi strappi di registro e ‘sporcature’ di vario tipo.

Scopriteli con queste tre canzoni:
“La tua voce” >>>
“Fero” >>>
“Il vuoto intorno” >>>

Il prossimo concerto previsto è il 28 gennaio 2012 al Borderline club di Pisa. Non perdeteli.

 

La canzone che mi piace ora
A Classic Education – Baby It’s Fine
Come li ha definiti giustamente sentireascoltare.com: ” inflessioni melodiche col cuore in tumulto e il ghigno afflitto, squarci acidi e vampe oniriche, gli Ottanta striscianti sotto la pelle dell’edonismo, giunti fino a noi subdoli e formidabili.”

Il video che mi piace ora
The Kills – The Last Goodbye
Perchè tutti abbiamo definitivamente chiuso una storia dopo che siamo riusciti a strappare quella fotina fatta insieme alle macchinette….
Immagine anteprima YouTube

La cover che mi piace ora
Pollyn – Mysterons (Portishead cover),
Essere nati dopo il 1990 aiuta ad approcciarsi ai Portishead senza riverenze di alcun tipo.
Immagine anteprima YouTube

Matteo Lion

  • Date: 18 01 2012
  • Filed under: Matteo Lion, Suoni