Il mash-up è una cosa che suona come la vita

Da quanto è arrivato il telecomando, saltare da un canale all’altro stando seduti sul divano è diventato un must delle nostre vite. Cambiare ossessivamente canale è ormai il segno distintivo di alcuni personaggi, ad esempio Homer dei Simpsons. Questa attività ha ispirato anche nuovi linguaggi televisivi, vedi “Blob”. Da quando la televisione è stata soppiantata da PC e smartphone, lo zapping è stato sostituito dal multitasking ovvero lo svolgimento di più attività in contemporanea. Passiamo le giornate a chattare su skype, scaricare mp3, vedere un video su youtube, postare su facebook, scrivere una mail di lavoro, comprare on line, leggere il giornale sul web e mandare sms agli amici. Tutto contemporaneamente. Anche dal punto di vista “sonoro”, queste attività multiple obbligano a fruire contemporaneamente di mp3, jingle, pop-up sonori, rumori, bip e allert che si sovrappongono formando un “blob”, confusionario ma artisticamente naif, proprio come la trasmissione televisiva.

E qualcuno, ispirato da questa nuova realtà, ne ha fatto di necessità virtù creando un nuovo linguaggio musicale: i mash-up. Si tratta di una tecnica musicale che consiste nella miscela di due o più canzoni e personalmente la trovo piacevole proprio quando riesce ad unire generi musicali distantissimi tra loro. Fenomeno rappresentativo di internet 2.0 e della cultura post-moderna, i mash up sono quasi sempre prodotti da utenti senza l’autorizzazione del detentore dei diritti dei brani e in Youtube hanno trovato la propria vetrina ideale. Insomma un modo di “fare musica” istintivo e libero da finalità commerciali.

E alcune cose sono davvero ben fatte e piacevoli proprio perché riescono a far confluire elementi diversi senza forzature, dando invece una sensazione di fluidità. E infondo le ultime canzoni delle CocoRosie non possono essere considerate dei “mash up”, dove le sorrelline Cassady mescolano hip hop, folk, indie e canto operistico? Ecco alcuni riusciti esempi:

Prendi una vecchietta che vive malissimo la sua menopausa e accompagnala a degli autorevoli ventenni che si possono vantare di aver prodotto il miglior disco indie del 2009: Madonna + The xx – “Like a Crystal”. Qui >>>

Troppe “prime donne” possono stare insieme in una collaborazione… solo virtuale. Ecco tutti insieme: Björk + Cat Power + Chris Isaak + Cornelius + Death Cab for Cutie + Jordan Roseman. Qui >>>

Chissà se un po’ di febbre del sabato sera avrebbe tenuto in vita qualche anno in più Kurt Cubain? Bee Gees + Nirvana – “Smells Like Bee Gees”. Qui >>>

 

Video della settimana
Cults – “Abducted”
Non vorrei offenderli definendoli un po’ i Baustelle nowyorkesi, i Cults confezionano un video enigmatico che rimanda a “Carrie – lo sguardo di Satana”.
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Canzone della settimana
Amor De Dias – “Foxes’ Song”
Duo formato da Alasdair MacLean (leader dei Clientele) e Lupe Nùnez Fernàndez (critica d’arte alla Saatchi Gallery) producono un dischetto discreto, calmo (e colto) perfetto per un aperitivo in spiaggia.
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Cover della settimana
Pau Vallvé – All Is Full Of Love (Björk Cover, 2010)
Se sei nato nel 1981 e avevi dieci anni quando Bjork è esplosa con “Debut”, puoi essere sufficientemente incosciente da destrutturare il suo pezzo più lirico ed evocativo. Con successo.
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Matteo Lion 

  • Date: 27 06 2011
  • Filed under: Matteo Lion, Suoni