Nel migliore dei mondi possibili

Nel “nullafacenitsmo” di una vacanza al mare mi è capitato di finire alcuni libri tenuti da parte in inverno quando la pratica del leggere mi era venuta, incredibilmente per me, a noia.

Tra questi “Underground” di Murakami Haruki, libro intervista a persone coinvolte in un attentato terroristico avvenuto nella metropolitana di Tokio  nel ’95 e agli adepti della setta religiosa che aveva ideato la strage.
Inoltre il libro di Michel Houellebecq dove si ipotizza la vittoria la vittoria della Fratellanza Mussulmana alle elezioni francesi del 2022.

Entrambi mi hanno portato ad una piccola riflessione sulla natura umana e sulla necessità di fare parte di un sistema.

La maggior parte delle persone vive in una società di regole più o meno democratiche, le accetta le subisce.
Altri, forse perché si sentono esclusi o forse perché quel sistema non li rappresenta, cercano altrove il loro posto nel mondo.

Nel libro intervista di Murakami a fronte di una società civile rigida e ordinata che viene  spiazzata da un attentato che era impensabile, emerge il disagio di persone incapaci  di stare al passo con quel mondo ultra competitivo che è il Giappone odierno.
La scelta è trovare una guida spirituale, una specie di Guru che rielabora ad uso proprio alcune teorie del buddismo, che gli dica cosa fare, come agire, fino ad arrivare alle estreme conseguenze di accettare la violenza come forma di raggiungimento dell’illuminazione.
C’è l’idea che l’uomo, una volta trovato il mondo che lo accetti, decida di sottomettersi a qualunque regola per farne parte.

Questa forma di sottomissione è ancor più palese nel libro di Houellebecq  dove la cosiddetta  società occidentale  si piega alla “rivoluzione gentile” di un partito mussulmano che, in un futuro non troppo prossimo, prenderà il potere in Francia.

Houellebecq è un forte polemista nei confronti dell’Islam più o meno moderato; è sotto scorta dopo la strage di Charlie Hebdo e ha dovuto annullare la promozione del libro.

Quello che in questo romanzo sorprende è l’assenza di quella vis polemica aggressiva alla ultima Oriana Fallaci, tanto per intenderci, ma la presenza invece di un equilibrio narrativo spesso infarcito di ironia sottintesa che probabilmente  piacerebbe anche ad un mussulmano moderato.

“Gli uomini senza qualità ” di questo romanzo scopriranno che con qualche limitazione in più, ma anche qualche vantaggio personale, la loro vita non cambierà più di tanto.

Trovato il sistema, valutati i pro e i contro, si accetta di perdere un pezzo della propria libertà per farne parte.

Probabilmente come dice Murakami a commento delle interviste del suo libro, le persone sono incapaci di stare fuori da una gabbia; o ci si adatta o chi non ci riesce fa di tutto per trovarne un’altra.

Alberto Guizzardi

  • Date: 28 07 2015
  • Filed under: Alberto Guizzardi, Libri