Faust – Alexander Sokurov

Ricordo la visione del Faust di Sukorov al festival del cinema di Venezia; era il quinto film della giornata, alle 10 di sera, la stanchezza era tanta ed la visione con le se immagini seppia i suoi sovraccarichi dialoghi in tedesco certo non aiutava, così del film mi è rimasto veramente solo un’idea vaga tra un assopimento e l’altro.

Ho avuto la possibilità di rivederlo la mattina dopo, fresco di sonno e ne ho colto gli aspetti che forse mi erano entrati inconsciamente nel cervello la sera precedente.

La forza vitale di questa vera e propria opera d’arte di cinema sta nel portarti per mano attraverso la natura umana, utilizzando come fonti ispiratrici il Faust di Ghoete e il Dottor Faust di Mann.
E così la concessione dell’anima al diavolo più umano e affabulatore che si sia mai visto, diventa un trattato per la dimostrazione che l’uomo tenta di soddisfare in qualunque modo i suoi bisogni, sia che riguardino la sfera della conoscenza o che siano semplicemente quelli primari, passando sopra ad ogni cosa, persino al diavolo stesso.
E le immagini in 4/3 spesso distorte che ricordano i pittori fiamminghi, Brughel su tutti, avvolgono lo spettatore attonito davanti a cotanta prova espressiva, rara, decisamente impegnativa, ma per chi è disposto a mettersi in gioco totalmente appagante.

Cinema non per tutti? Per pochi? Forse. Ma davanti a questo film che una volta si definiva quasi snobisticamente “d’essai” possiamo dire che i sensi siano stati pienamente soddisfatti.

Alberto Guizzardi

  • Date: 11 11 2011
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