L’estate addosso

Può un film essere lo specchio dello stato d’animo di un regista?
La risposta è sì e se ne ha una buona dimostrazione nell’ultimo film di Gabriele Muccino “L’estate addosso”.

Muccino, dopo i successi italiani ha avuto la sua occasione negli Stai Uniti con opere di successo, soprattutto la prima “La ricerca della felicità” e poi via via film meno riusciti e non apprezzati dal pubblico.
Il suo cinema nervoso ed emozionale ha dovuto piegarsi alle regole del mainstream americano perdendo quella personalità che dava spessore al suo cinema.

Torna con quest’opera, spuria, non sempre riuscita, ma alla quale non si può non volere bene.
Si sente ben presente un’urgenza di raccontare il proprio stato d’animo.

Nella vicenda di due ragazzi che si trovano a dovere condividere un viaggio a San Francisco ritroviamo il romanzo di formazione che era presente nei primi film; nella convivenza con una coppia gay americana che li ospita teoricamente solo per qualche giorno, riconosciamo la necessità del multiculturalismo e mettersi di fronte a diversi modi di vivere e pensare.

Il film è prevalentemente parlato in inglese e forse qui si evidenzia  l’indecisione di un regista che si guarda allo specchio e si chiede quale sia la strada da intraprendere: rimanere in America conscio della necessità di accettare dei compromessi o ritornare a quello italiano, meno globale ma in questo senso sicuramente più libero e indipendente.
E tutto ciò si riflette nel tratteggio dei personaggi per i quali il dopo non sarà più lo stesso.

Nonostante una prima parte dove si tende a spiegare troppo, probabilmente per far assimilare al pubblico (italiano naturalmente) la coppia gay, il film si libera di lacci e lacciuoli e diventa libero di andare verso una seconda parte intrisa di leggerezza.

Si ha l’impressione che davanti a noi ci sia un’opera che si dovesse liberare di un peso personale per poter volare e la sensazione che rimane è che questo sia un film che non parla solo ai giovani che rappresenta ma agli uomini e le donne di tutte le età, soprattutto a coloro che si trovano davanti a snodi importanti della propria vita e con i quali prima o poi bisogna fare i conti per dare un senso al percorso della nostra vita.

Piccola postilla: ancora oggi davanti a un bacio (castissimo tra l’altro) tra 2 uomini persone del pubblico si alzano e se ne vanno: forse la modernità è un concetto presente a parole ma ancora bel lontano dalla realtà quotidiana.

Alberto Guizzardi

  • Date: 20 09 2016
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