Supereroi e altre divagazioni

Mi sono sentito sempre un po’ fuori dal coro, quello omologato in senso buono, che garantisce un senso di appartenenza.
A volte avverto questa carenza o mancanza, come un’autopenalizzazione, come se corressi dietro a un treno che via via si allontana.

Scrivo per un blog ma sono mediamente avulso dai social, leggo e vedo quello che non va mai  in classifica, forse solo nell’approccio alla musica e alla tv rimango collegato ad una visione più da “consumo”.
Da quando pieno della peggior cultura anni 80 (che è rimasta insita in me, mica la cancelli) ho cercato di virare verso altre strade buttandomi nella lettura dei classici o la visione di film d’essay, sono stato visto un po’ come un oggetto non identificato.
Un mio amico mi chiamava “il marchese” perché diceva che avevo preso i modi e il linguaggio dei libri che leggevo.

Questo modus operandi me lo sono portato dietro negli anni ed è ormai parte di me.

Così in questi anni, con cinema pieni di supereroi che non amo, ma che nato 20 anni dopo avrei sicuramente amato, mi ritrovo a rifugiarmi nel mio caro cinema Lumiere, sala a due passi da casa dove posso recuperare film d’autore o in originale, rivedere film anni sessanta come ad esempio una recente rassegna dedicata alla splendida Jeanne Moreau che i maestri del cinema come Malle o Bunuel utilizzavano come mezzo e non come fine.

Intendiamoci non sono così blasè; mi impegno a rimanere in contatto con quello che apparentemente non mi interessa.

Ad esempio, uno dei miei siti preferiti per tenermi aggiornato è badtaste.it, punto di riferimento degli amanti delle saghe di Guerre Stellari, della Marvel Justice League e dei così detti blockbuster.
Sono sempre informato quindi è leggo di tutto, dall’attesissimo Captain America Civil War a 4 seguiti previsti fino a 2023 per Avatar, etc, etc.

E devo ammettere che mi era venuta una strana voglia di vedere Batman V Superman, ricordando quanto avessi amato l’uomo pipistrello nei film di Burton e in parte in quelli di Nolan.
Poi mi è capitato di vedere il prequel L’uomo d’acciaio, e mi son detto “ma che ti è saltato in mente?” Non mi sono sentito “in sintonia”, fuori target direi.

Devo dire che mi fanno un po’ pena certi critici, soprattutto quelli dei media generalisti, cresciuti a Fellini e Antonioni che si devono affannare a parlare di “The Avegers” con l’evidente fatica che questo gli costa.
Quelli di badtaste.it invece mi piacciono perché quando arrivano i festival di Venezia e Cannes dimostrano una duttilità e capacità di parlare di qualsiasi genere che li fa diventare punto di riferimento nelle discussioni attorno ai film.
Chissà se è solo uno scatto generazionale, forse anche loro tra vent’anni non avranno argomenti verso il cinema che verrà.

E poi a ripensarci bene se osservo il pubblico presente nella mia sala preferita lo trovo così eterogeneo e curioso da farmi sentire in uno stato condivisione e appartenenza.

In fondo mi è sempre piaciuto essere minoranza…

Alberto Guizzardi

  • Date: 19 04 2016
  • Filed under: Alberto Guizzardi, Cinema