Anima analogica

Cosa significa essere nato analogico?

Significa aver visto cambiare il mondo, passando dal disco in vinile e dalla pellicola 8mm a qualcosa che in confronto è pulito in modo chirurgico, incolore, inodore e quasi sempre insapore.
Chi è nato digitale riderà di me, ma capisco che non aver conosciuto il mondo delle “attese telefoniche” a casa, seduti accanto a un pezzo di bachelite ne renda incomprensibile il fascino polveroso e tattile.
Però mi fa capire come devono essersi sentiti quei vecchi che dal cavallo si sono dovuti abituare a viaggiare sui treni a vapore – che diavoleria inquietante!

Se devo rassegnarmi al fatto di non poter mai più girare un video in Super8 perché è ormai faticoso e troppo costoso (e non ci sono più laboratori in Europa a cui far fare sviluppo e stampa), posso però provare a “forzare” una fotografia digitale e renderle grana, dimensionalità, delicatezza e fragilità ricreando materiali analogici come stucco, carta, tela, graffi e polvere.

Provare insomma a dipingerla, come facevano i miei nonni nel secolo scorso.
In questo processo di elaborazione quello che mi rifiuto di fare è nascondere la vera origine delle cose, perché farlo sarebbe ridicolo e in fondo mi sono sempre piaciute collaborazioni, contaminazioni, il mettere insieme cose apparentemente inconciliabili.
La foto (digitale) rimane dunque una foto, la sua anima è visibile e presente e non finisce cancellata, annegata e negata dal risultato finale.

La foto di questo post si intitola “La dama bianca” ed è una delle mie preferite fin qui; per questo motivo è anche la più importante della mostra VeroSimile.
Per lei ho riservato un’intera parete e una cornice speciale che la circonderà di delicati fiori intarsiati.

VeroSimile si inaugura sabato 8 marzo alle 18,30 presso CUCO cucina contemporanea, in via del Melarancio 4r a Firenze, un delizioso locale fiorentino che offre cucina e arte ai propri avventori.

I dettagli sulla mostra sono qui
Il comunicato stampa è qui

Ale Di Gangi

 

  • Date: 06 03 2014
  • Filed under: Ale Di Gangi, Fotografia